martedì 24 agosto 2010

Il groviglio Meridionale - decima parte

Aristocratici e Democratici
di Rodolfo de Mattei

  Per la storia occorrerà stabilire che l'esistenza di un problema Mezzogiorno, di un Sud arretrato e grezzo, ha coinciso  con una continua funzione equilibrativa di esso Sud nella vita politica italiana. Qui sarebbe lungo, ma non utile, cogliere momenti ed elementi di quello, nella lotta politica della terza Italia, è stato lo stile meridionale. Intanto, il Mezzogiorno  ha mantenuto fede ad Istituti giuridici e morali che parvero a un certo momento compromessi: ed ha il suo valore la sincerità dell'attaccamento del Sud, alla Monarchia. Robustezza, controllo interiore, serietà; questi i caratteri del Mezzodì accidentato e rozzo. S'è rivelata, si rivela a ogni occasione la caratteristica intlletuale delle sue classi, che sono quelle, in definitiva, che danno i professionisti e i professori, e allollano le Università e i Ministeri, recando un senso di responsabilità e di marurità: meglio che gente di provincia, gentiluomini di provincia. Esiste un tipo meridionale. Mentalità costruttiva, assestata, razionale, non improvvisa le sue esperienze, conosce il valore del passato, non si muove a fondo perduto, guarda il cielo ma poggia sulla terra. Da qui, quella natural diffiderza e cautela e riservatezza alla tradizione, che lo fa passare per conservatore. Ma può valere per la situazione politico-etnografica dell'Italia quanto il Treitzscke osservò per quella dell'lnghlterra. Il settentrione italiano, come l'inglese "oggiginrno è la sede del radicalismo, la popolazione che vi  abita è di operai, e al paragone il Mezzogiorno, con le sue tradizioni aristocratiche, sembra pressochè a conservatore". Per tradizione aristocratiche intendendo, relativamente al Sud italiano, l'attitudine all'ozio e al lusso, e agli stessi esercizi intellettuali. Intellettuale, dunque, e immobile, il Sud: gli mancò infatti, storicamente, quella civiltà mercantile, quell'organizzazione industriale-bancaria che costiruisce la tradizione delle citta toscane: né va dimenticato che gli mancarono, gli mancano, quei forti nuclei ebraici che avrebbero potuto avvezzarlo al  "maneggio del denaro". Politicamente, il Sud ha trovato nell'organizzazione monarchico-parlamentare un ottimo ubiconsistam e non vi saprebbe rinunziare. Da Crispi a Salandra, da  Spaventa a Orlando, il Mezzogiomo ha mantenuto una perfetta coerenza politica nella riverenza allo Stato, il cui mistico concetto ha talora sopra valutato fino al sacrificio di sé. Con questo carattere serio, non avventuroso, solido, è naturale che il vecchio Regno delle Due Sicilie trovi qualche difficoltà ad amalgamarsi al Settentrione, e a far sue serz'altro le improvvisazioni e le responsabilità di questo. Sicché dedurremo che se Parigi operò la rivoluzione per conto di tutta la Francia, non altrettanto sicuro è che una rivolta di Milano potrà agire a nome e per conto del Sud. Questo Sud ha dato e dà l'impressione di vivere del proprio, per conto proprio, e di tirare per la sua via, badando ai propri municipi. E' possibile che esso stesso attuerà una rivoluzione, ma sarà la sua, e sarà rivoluzione di carattere ideale. Intanto la stessa emigrazione meridionale, avvenimento drammatico quant'altri mai, costituisce a ben guardare lo sforzo istintivo e mirabile di una razza che affronta il suo problema aggiornando il suo spirito, ponendosi a contatto delle civiltà  più avanzate. Il movimento  migratorio che valse e vale ad a creare la vita rurale meridionale e a dissipare le ultime caligini feudali, si risolve tutto sommato, in vantaggio, in attivo materiale e spirituale.
Fine 10. Continua

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