di Rodolfo De Mattei
Giustino Fortunato |
Del Mezzogiorno, si avvertirono crisi (agraria, amministrativa, economica, ecc.) più che problemi; e pertanto si ebbero provvedimenti frammentari, scuciti, saltuari, che denunziavano nel difetto di un piano armonico l'assenza di un'esatta intuizione del problema generale: non si comprese, cioè, che si trattava di focolai disseminati di un'unica malattia costituzionale. Le parole serie. essenziali («questo immane problema che è L'Italia Meridionale ...» . «...abbiamo una vera, un'ardua questione di civiltà da studiare e da risolvere», Fortunato) vengono molto più tardi, dopo i Fasci, quando si parla di mandare un Commissario Civile in Sicilia; e solo in seguito Pasquale Villari studia, di proposito le condizioni del Sud e si rende conto della vera portata dell'insurrezione dei Sette e Mezzo di Palermo ('67) e di altri indizi di malessere (P. Vìllari - Nuova Antologia 1895); solo più tardi, troppo tardi, si compresero gli enormi danni arrecati alla Sicilia e alla Sardegna della denunzia fatta fra gli applausi dei deputati, del trattato di commercio del 1881 con la Francia.
Ma è necessario convenire che troppo confusi e disordinati e sotterranei apparivano nel Mezzogiorno gli elementi costitutivi del problema perché fosse riuscito possibile discernere e approfondire. Le irrequietezze, che d'altronde notavansi anche in altre regioni, avevano tutta un'aria di discoleria e di transitorietà che autorizzava i correttivi militari. Si aggiunga che i meridionali non collaborarono gran fatto alla chiara impostazione del loro problema. La Rivista del Colajanni che avrebbe avuto buon giuoco, essendo siciliana d'origine, battagliera di temperamento e intellettuale di vocazione, si perdette in disquisizioni scientifiche e politico-sociali, e solo di straforo e tardi e mai con criteri d'insieme, si occupò di cose meridionali. Vero è altresì che altri gravi avvenimenti e problemi richiamarono e assorbirono l'attenzione e la passione degli italiani (questioni politiche, coloniali, economiche, dinastiche, ecc.)
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