Proseguiamo con Castronovo, L'industria italiana dall'Ottocento a oggi, Mondadori
I neoborbonici spiegano che il tonnellaggio totale delle navi ai tempi dei Borboni era molto elevato, ma non raccontano che "nonostante il sensibile aumento del naviglio, la maggior parte delle imbarcazioni era dedita alla pesca e al piccolo commercio costiero...si spiega pertanto come il tonnellaggio medio della flotta mercantile napoletana fosse soltanto un terzo di quello del Regno di Sardegna". Ricordano che la prima ferrovia italiana è nata nel napoletano, ma non ricordano che mentre le ferrovie inondavano il resto d'Europa, "a Napoli c'erano più chiacchiere che fatti" e che, come ricordava il ministro delle finanze De Ruggiero nel 1849 "non vi era quasi viaggio nel quale non si aveva a soffrire un sensibile ritardo, dovendosi di necessità chiamar quasi sempre i soccorso di un'altra macchina.. [a causa dello] stato deplorevole delle locomotive...quasi tutte inutili al servizio". E cosa pensare dei vari record del Regno delle Due Sicilie citati dai neoborbonici? Castronovo non li nega: "Napoli [aveva] la corte più fastosa, l'aristocrazia più agiata e sfavillante, l'esercito più numeroso, la marineria più consistente" ma contestualizza il tutto. "Tutt'intorno [c'erano] il deserto desolante dei latifondi, le campagne più povere e depredate, le strade meno praticabili, i contadini più sfruttati, la popolazione più analfabeta." Il confronto con l'Italia centro-settentrionale non lascia dubbi: altrove c'erano "maggiori potenzialità di sviluppo, in primo luogo per gli effetti positivi indotti dal rinnovamento sia pur parziale dell'agricoltura e dal rifiori del movimento commerciale, per l'esistena di numerosi corsi d'acqua in grado di azionare le prime macchine... inoltre le filande e gli opifici [della] fascia prealpina..potevano disporre di ampi circuiti commerciali lungo le vie di comunicazione" "In secondo luogo l'industria del nord poteva contare su un più alto indice di consumi interni: più articolato, meno ristretto era infatti lo scenario delle classi sociali e dei redditi famigliari. Infine la struttura urbana era più densa che nel mezzogiorno, più ricca di piccoli e medi centri".
tratto da http://econoliberal.blogspot.com/
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