martedì 12 ottobre 2010

Posillipo nel 1800



Scritto da: Dino Messina alle 13:15
I centocinquant'anni dell'unità d'Italia saranno un'occasione persa se non si rifletterà sui problemi ancora aperti della nostra nazione. E' che con questo spirito che la Fondazione Corriere della sera ha organizzato una serie di incontri, da ieri sino al 10 febbraio, ogni lunedì sera, al teatro Grassi, ex Piccolo teatro, di via Rovello a Milano. Promotore dell'iniziativa è stato il presidente della Fondazione, Piergaetano Marchetti, ideatore e direttore scientifico degli incontri lo storico ed editorialista del "Corriere", Ernesto Galli della Loggia, che ieri sera ha tenuto la prima relazione, arricchita da filmati e lettura di brani, dedicata al tema Nord Sud nella storia del Risorgimento.
In una sala piena in ogni ordine di posti Galli della Loggia ha affrontato il tema ancora aperto della cosiddetta questione meridionale e ha polemizzato con quegli autori, in primis Pino Aprile, con il suo "Terroni", che sta avendo un notevole successo editoriale con la divulgazione di un'idea storica assolutamente sbagliata. Il fatto cioè che prima dell'unificazione il Regno delle due Sicilie fosse un Eden, "la terza potenza industriale d'Europa", lo definisce Aprile, che dall'unità del Paese ebbe tutto da perdere. "Non fu affatto così", ha sostentuto Galli della Loggia, citando alcuni dati. In questo blog siamo già intervenuti sulla materia ma è bene ritornarci.
Innanzitutto Nord e Sud, così come la maggior parte degli Stati prima dell'unità avevano economie scarsamente integrate: l'80 per cento del commercio avveniva non tra gli Stati italiani ma tra questi e il resto dell'Europa. Nel 1871 il Nord aveva il 54 per cento di analfabeti, contro oltre l'80 per cento del Sud. Se si considerano Lombardia e Piemonte, la scolarità primaria era pari al 90 per cento, mentre nel Regno delle due Sicilie arrivava al 18. Nel 1863 la rete stradale della Lombardia era di 28mila km mentre quella del Regno di Napoli, territorio molto più esteso, di 14 mila, la metà. E' vero cche al Sud si produceva tanto grano e olio (olio che per lo pù serviva non per condire l'insalata ma per l'illuminazione) e vino, ma la maggior parte del commercio era in mano a società straniere (in particolare gli inglesi controllavano l'esprtazione del Marsala in Sicilia). E via enumerando...
E' stato detto che la nazione italiana nacque monca per via del centralismo piemonense. In parte è vero ma bisogna anche ricordare, come ha fatto Galli dela Loggia, che su invito del geniale Cavour, Marco Minghetti, preparò un progetto di legge per uno Stato federale che fu ritirato quando cominciarono a venire dal Sud le notizie sulla rivolta dei contadini e dei briganti. E' vero che la repressione fu molto cruenta, ma come tutte le repressioni di guerriglia. Dopo la fine della repressione, durante la quale oltre alle migliaia di "briganti" e contadini morirono un numero notevole di soldati dell'esercito sabaudo, di più che in tutte le guerre risorgimentali, il fenomeno del brigantaggio venne rimosso. Se ne tornò a parlare molto tardi per sostenere la tesi di un Sud penalizzato dall'unità, speculare alla tesi leghista del Sud palla al piede del Nord virtuoso.  

Nessun commento:

Posta un commento