Da Francesco Pizzo ricevo e pubblico volentieri questa recensione su un aspetto poco conosciuto della nostra storia.
Viggiano: Alta Vald’Agri, provincia di Potenza, Lucania.
Un piccolo paese con una grande tradizione di musicisti girovaghi in tutto il mondo, effigiati già nel settecentesco presepe “Cuciniello” di Napoli fino alle imprese concertistiche, didattiche e musicali di gente del calibro di Alberto Salvi – arpista del Metropolitan con Toscanini e Mahler – e di Leonardo De Lorenzo, che cambiò il modo di suonare il flauto nello scorso secolo.
La maggior parte di questi “miracolosi” musicisti furono massoni, giacchè nel paese della laterale Lucania della fine ottocento fiorì la loggia “Mario Pagano”, una delle più importanti, per numerosità ed attività, del mezzogiorno – alcuni dicono la seconda dopo quella di Bari.
Franco Angeli nel 2012, nella collana “Temi di storia” ha pubblicato il saggio di Vittorio Prinzi e Tommaso Russo “La Massoneria in Basilicata”, con il sottotitolo “Dal decennio francese all’avvento del fascismo”, che testimonia con metodo inappuntabile – da annalisti francesi – questa pagina di storia latomistica e negletta.
E’ un saggio a due mani, in cui Vittorio Prinzi ricostruisce la vita delle due Logge di Potenza e Viggiano e Tommaso Russo inquadra il tutto nella cornice più ampia della storia delle idee che percorsero, come tutto il mezzogiorno napoletano, anche la regione in questione.
Viene così descritto con un piglio sempre avvincente il mordente delle idee illuministiche ed innovative che, dalla fine del settecento, dettero vita a Napoli a quel fenomeno sorprendente delle illuminazioni della ragione rivoluzionaria, portate avanti dai nobili – dal principe di Sangro fino alla Sanfelice – passando per l’elaborazione filosofica e politica degli emergenti intellettuali espressione delle provincie del Regno, i vari Rinuccini, Tanucci, Genovesi, Pagano.
L’intreccio ed il vario dispiegarsi dei rapporti tra logge massoniche di varia osservanza ed i circoli carbonari, liberali e rivoluzionari sono sminuzzati, per così dire, da Tommaso Russo; una nuova luce viene così a dispiegarsi sulle congiure, sulle connivenze tattiche dei circoli intellettuali, fino all’altrettanto rapporto “doppio” con l’unificazione della penisola sotto i Savoia e gli atteggiamenti difformi di strati della nobiltà e del notabilato nei confronti del brigantaggio postunitario.
Vittorio Prinzi, nella sua parte, più centrata sulla Basilicata, illustra o meglio svela come, nonostante il relativo isolamento della regione, lo “spirito del secolo” permeò nell’ottocento anche le case private della non numerosa borghesia urbano-comunale più avanzata e sensibile, sotto il profilo della cultura e della politica.
L’aspetto più sorprendente rasta per me quello della Loggia Mario Pagano di Viggiano: il grosso dei suoi adepti erano “musicanti”, sopravanzavano nettamente i possidenti, i negozianti, gli artigiani, come invece avveniva nella Loggia di Potenza – più fedele questa ai canoni dell’appartenenza massonica da parte delle classi medie e piccolo-borghesi delle professioni e degli impieghi.
La Loggia massonica di Viggiano quindi si qualificò come una fucina di appartenenza, sviluppo e solidarietà della cultura musicale, molla potente anche per il reimpiego dei capitali accumulati nel girovagare per il mondo, dalla musica di strada fino all’accademia ed a i teatri di rinomanza mondiale.
Grandi emigranti e viaggiatori i viggianesi con questo particolare senso di amore per la tradizione di Mozart e delle logge illuministiche: Leonardo De Lorenzo ad esempio suonò in Sud Africa e negli Stati Uniti, ma prima di partire si affiliò alla Loggia, al pari di tanti altri musicanti.
Il Gran Maestro Venerabile fu per decenni un professore di Norcia, Gaetano Argentieri, il quale lasciò un’impronta fortissima nella cultura e nella musica del luogo.
Ma non è il caso di svelare l’articolata trama delle tante attività massoniche nel piccolo centro del Val d’Agri, basta leggere l’avvincente saggio di Prinzi e Russo…
LA MASSONERIA IN BASILICATADal decennio francese all’avvento del fascismo
Franco Angeli editore 2012
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