mercoledì 19 giugno 2013

Antonella Orefice risponde al cialtronume analfabeta dello spagnolismo


La Storica napoletana Antonella Orefice
Antonella Orefice "colpevole" di avere scritto un libro sulle stragi borboniche, nel microcosmo napoletano, si accosta a  Salman Rushdie che nel 1988 venne perseguitato e condannato per i suoi "Versetti Satanici".
Insultata e minacciata da questi neo - ayatollah", la storica napoletananon si lascia intimidire e risponde con una lettera al giornalista del "Il Mattino", Gigi Di Fiore, che ha ospitato nel suo blog un convegno di agguerriti neoborbonici.
E ' una vicenda molto grave perche' riemerge la intolleranza e il fanatismo di certi personaggi che per qualche motivo hanno terrore della verità.
Centinaia di messaggi di solidarietà sono pervenuti alla storica da parte di esponenti del mondo accademico, storici ed amici dei network.
scritto  da Pasquale Nuccio Benefazio   

" Gent.mo Dott. Di Fiore,

probabilmente lei è venuto a conoscenza del mio nome solo in queste ultime ore, a seguito della polemica innescata dalla recensione che Mario Avagliano ha scritto su Il Mattino per il mio ultimo lavoro.
Non le nascondo che la cosa (la polemica intendo), mi sorprende e non poco, dal momento che non è la prima volta che i miei studi di ricerca hanno occupato le pagine culturali delle testate nazionali.
Non sono venuta a rispondere sul suo blog perchè già sono stata abbastanza "lapidata" da insulti, minacce e diffamazioni da parte del movimento neoborbonico, per il quale si è smosso finanche un sedicente "parlamento delle due sicilie" (il minuscolo è voluto perchè non riconosco altro parlamento se non quello della Repubblica Italiana).

Con Gennaro De Crescenzo, il presidente del movimento neoborbonico, dopo una serie di botte e risposte,  la polemica si è chiusa (spero) con un pacifico "tu ti tieni i tuoi ideali io mi tengo i miei".
Non entro ora con lei nel merito della storia del 1799, posso comprendere la divergenza di opinioni, ma mi preme farle tener presente che taluni personaggi (presenti in queste ore a commentare sul suo blog) si sono arrogati il diritto di offendere a più riprese, oltre che il mio operato, anche la mia persona.
Cosa incivile ed intollerabile che mi riservo di perseguire ai fini di legge. Dopodichè hanno avuto anche il coraggio di venirmi a proporre dibattiti. Ma con chi? Su cosa? Sul 1799 o sulle loro palesi velleità politiche? Nessuna persona di buon senso ed a cui è stato insegnato soprattutto il rispetto e la buona educazione, accetterebbe un confronto con gente che non tollera chi esprime un dissenso e usa la violenza verbale.
I lavori di ricerca che pubblico da anni anche per i maggiori enti culturali di Napoli (Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Società Napoletana di Storia Patria, Archivio per la Storia delle Donne) e riviste nazionali ed internazionali (Studium, Officinae) sono tutti corredati di documenti di archivio riprodotti in anastatica.
Mi attaccano, mi danno della sedicente storica, dell'azzeccagarbugli etc.. etc.. ma da questo blaterare ciò che si evince è che nessuno degli intervenuti al convegno neoborbonico apertosi sul suo blog, ha mai letto alcuno dei miei libri. Parlano tutti per odio preconcetto, luoghi comuni.
Antonella Orefice è la "giacobina" da mandare al patibolo, Mario Avagliano anche, e loro incarnano quel popolo che gridava "Viva o Re". Voglio sperare che non si daranno anche a scene di cannibalismo come accadde allora (sic)
Vi lascio fare, è evidente che non hanno altre occupazioni nella vita e la disoccupazione dilaga.
Umanamente capisco che c'è bisogno ogni tanto di una valvola di sfogo, e che questa gente ha bisogno di qualcosa in cui credere e difendere. La sottoscritta, con il suo ultimo libro, e Mario Avagliano con la sua recensione, hanno osato mettere in discussione il loro dio. Mi dispiace per loro, ma non sarà certo questo che censurerà i miei lavori di ricerca.
Come loro hanno i loro ideali io ho i miei, che vanno anche oltre lo specifico del 1799. Amo la verità, i documenti veri e soprattutto credo nella giustizia del tempo. La damnatio memoriae inflitta dal Borbone sui fatti del 1799, con la maledizione di Maria Carolina annessa, non mi ha mai intimorita.
Non pubblico chiacchiere, ma documenti veri da cui si evince quel pezzo di storia a cui, ora come allora, si cerca di mettere il bavaglio. Per me la grandezza della gente di Napoli non sta nei Borbone, ma in quelle menti lungimiranti che persero la vita sul patibolo.
Concludo ringraziandola per aver dato ai signori neoborbonici un luogo in cui sfogare la loro rabbia. La ringrazio sinceramente perchè sono stanca di stampare messaggi di offese e bannare decine e decine di diffamatori.
Dal suo blog a stampare faccio prima, anzi, lo lascio fare a chi di dovere perchè, francamente, ho delle cose più importanti a cui pensare. Le chiacchiere degli esaltati mi deprimono e poi... siamo sinceri... lasciano il tempo che trovano.
Detto questo le auguro un buon proseguimento e divertimento".

Antonella Orefice

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