venerdì 17 marzo 2017

Una data da ricordare

Propongo ai lettori del Blog questo interessante articolo a firma di Marco Vigna, studioso provetto della storia risorgimentale.

La festa del 17 marzo commemora la data in cui fu proclamato il regno d’Italia nel 1861 sotto Vittorio Emanuele II. Si sente talora affermare che questo sarebbe l’inizio dell’Italia stessa, poiché secondo alcuni tale nazione non sarebbe esistita affatto in precedenza, o quantomeno non sarebbe esistito uno stato italiano. Simili visioni, care in particolar modo ai secessionisti o comunque a coloro che contestano lo stato nazionale predicandone la dissoluzione e la scomparsa, non hanno in realtà fondamento storico alcuno. 
È appena il caso di precisare che nazione e stato non sono sinonimi e che la patria o gruppo etnico continua ad esistere qualunque sia la forma politica in cui si trova. L’Italia ha un’esistenza più che due volte millenaria che si esprime sul piano della lingua, dell’onomastica, della toponomastica, della letteratura, dell’architettura, dell’urbanistica, della musica, delle strutture giuridiche, della coscienza collettiva ecc. Essa non nasce quindi nel 1861, essendo pienamente esistente quantomeno dal I secolo avanti Cristo.
Non è neppure vero che l’Italia non fosse mai stata unita prima del Risorgimento. Il 17 marzo del 1861 è il momento in cui il regno d’Italia viene ad essere ufficialmente e giuridicamente ri-costituito, non costituito, poiché esso era già esistito in precedenza e per lunghi secoli. Prima ancora del medievale regno d’Italia questa regione e la sua nazione italiana erano state ambedue unificate da Roma antica per un periodo plurisecolare.
L’Italia viene ad essere unificata sul piano giuridico già sotto l’imperatore romano Ottaviano Augusto, il quale così facendo non fa altro che riconoscere l’ormai raggiunta unità culturale ed etnica nella penisola.

Inoltre, la caduta di Roma non pose termine realmente ad ogni forma di unificazione giuridica dell'Italia, almeno sul piano formale ed ideale. L’impero romano per gli uomini del Medioevo, non era scomparso, ma continuava ad esistere, soltanto in forma mutata. Semplificando al massimo grado per ragioni di sintesi, l’imperium era ritenuto essere stato ordinato da Dio stesso per l’umanità intera ed avrebbe continuato ad esistere sino alla fine dei tempi. L’imperatore quindi non era sovrano soltanto d’alcuni territori, ma di tutta la terra. Di fatto però, era evidente che l’autorità dell’imperatore era riconosciuta solo in alcune regioni e, si badi bene, non perché imperatore, ma in quanto principe, duca ecc. di determinati territori. Il titolo imperiale però era collegato, sempre e necessariamente, a quello di rex Italiae, poiché l’Italia era il centro dell’impero con Roma. Non è un caso che un altro tentativo di ripristinare l’unità politica della nazione italiana avvenne con Federico II di Svevia, che a detta di Ernst Kantorowicz, suo massimo biografo, pensava a sé stesso come “romano” e che fu sia fra i patrocinatori della riscoperta dell’antico, sia fra i promotori dell’italiano letterario. Questo sovrano progettava l’“unio regni et imperi”.
Seppure solo sul piano simbolico e formale, il regnum Italiae (che si era costituito subito dopo la fine di Roma, ma prendendo a base e modello l’anteriore ripartizione politica e giuridica romana) ha conservato la sua esistenza sotto longobardi, carolingi, ottoni ecc. ed anche nell’evo moderno, tanto che la famosa Corona Ferrea venne usata dal VI secolo sino al XIX per l'incoronazione dei re d'Italia.
Inoltre anche nel periodo compreso fra il 568 (data con cui s'interrompe per secoli l'unità politica dell'Italia) ed il 1861 la consapevolezza d’una medesima appartenenza nazionale e l’idea di un organismo politico che riunificasse l’Italia intera non vennero mai meno. Vi furono infatti diversi tentativi in tale direzione: Liutprando, Astolfo, Desiderio, Arduino d’Ivrea, Federico II di Svevia, Cola di Rienzo, Ladislao di Napoli, la repubblica di Venezia furono tra coloro che cercarono di ricreare uno stato nazionale italiano.
Né il concetto di patria italiana, né quello di stato nazionale sono quindi creazioni storicamente recenti, come talora si sente dire. Non solo la nazione italiana esiste da 2000 anni e più, ma la concezione di uno stato italiano unitario è altrettanto antica ed ha continuato ad esistere come aspirazione ideale anche nell’intermezzo fra l’unificazione di Roma antica e quella del Risorgimento.